Arlequins Newsletter
, 2002 12: AM
Non possiamo certo affermare che con questa ultima prova discografica i Kada non abbiano avuto coraggio: un doppio cd dalla durata di oltre due ore comprendente una serie di brani di non facile ascolto ed interamente strumentali... tutto questo nonostante "Bùcsùzàs" sia solamente il secondo disco pubblicato da questo giovane gruppo ungherese composto da ben sette musicisti, il cui disco d'esordio "Kada" uscì nel 1999 sempre sotto etichetta Periferic. Lo stile dei Kada si può ricondurre verso un modo del tutto particolare di intendere il jazz-rock che non vede come punto di riferimento della composizione la melodia ma piuttosto concede ampi spazi ad una ricerca compositiva e sonora che vada al di là del semplice intrattenimento. Quindi la musica contenuta in questi due dischi è definibile come una forma d'arte astratta, priva di grandi slanci ritmi ma ricca di richiami ambientali e momenti di una narcotica bellezza che ben poco si presta ad un ascolto distratto e superficiale. A dire il vero la componente jazz nelle composizioni dei Kada è preponderante, sia per l'importante presenza di una valida sezione di fiati che per la struttura ampiamente improvvisata delle composizioni; il gusto per l'improvvisazione è ben evidenziato dalla felice scelta di registrare tutti i pezzi in presa diretta in breve tempo, senza apparenti sovraincisioni in studio, tanto da presentare in effetti due brani "live" sul secondo cd. I Kada stessi riconoscono il loro stile come free-structural-progressive-avantgarde-rock-jazz-noise-core... tutto vero, ed in termini di paragone mi pare proprio che questi ragazzi ungheresi abbiano ben appreso la lezione del maestro Robert Fripp approfondendo e sviluppando ulteriormente quanto è stato già fatto in questi ultimi dieci-quindici anni nel campo della musica d'avanguardia o presunta tale.
GC
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